La Società Agricola Sant’Alberto (ex Azienda Agricola Triulza) ) nasce nel 1999 con una produzione prevalentemente cerealicola alternata a prati stabili da sfalcio. Oggi coltiva circa 218 ha di terreni agricoli in Lombardia.
Rinaturazione e riforestazione
Nel 2003, grazie a fondi comunitari, intraprendiamo un percorso di rinaturazione e riforestazione di alcune aree agricole nel comune di Rozzano. Negli anni, su un’estensione di circa 22 ha vengono messi a dimora 20.000 alberi tra alti fusti – querce, frassini, aceri, ontani, ciliegi selvatici, tigli – e cespugli, tra cui biancospino, melo selvatico, rosa canina, prugnolo, pero selvatico.
L’impianto forestale è funzionale al miglioramento dell’ecosistema attraverso la creazione di un reticolo di corridoi biotici che favoriscono la riproduzione della fauna. Anche le aree marginali vengono lasciate alla naturale evoluzione, creando le condizioni favorevoli allo sviluppo della biodiversità.
Dal 2003 aboliamo l’utilizzo di qualsiasi prodotto chimico (insetticidi, diserbanti e concimi).
messi a dimora tra alti fusti e cespugli
di estensione
L’oasi faunistica
Nel 2005 viene vietata la caccia sull’intera superficie dell’azienda agricola che diventa oasi faunistica provinciale. Nel 2013, da uno studio pubblicato dal dipartimento faunistico dell’Università di Pavia, che ha monitorato l’area per tre anni, la Cascina Sant’Alberto risulta l’area di ripopolamento faunistico con il più alto incremento riproduttivo di fagiani e lepri della Provincia di Milano, soprattutto grazie all’elevata qualità ambientale degli spazi lasciati a verde.
Nel giro di pochi anni diverse specie animali – come la lepre, il capriolo, il tasso, la volpe e la donnola – tornano a popolare la campagna. Anche l’avifauna – gazze, ghiandaie, tortore, colombacci, fagiani, beccacce, ardeidi, cicogne, uccelli insettivori e picchi – registra un notevole incremento di presenze.
La conduzione agraria
La Società Agricola Sant’Alberto produce cereali e foraggio nel pieno rispetto dell’ambiente. La rotazione delle coltivazioni, la minima lavorazione dei terreni, la totale rinuncia al supporto della chimica e la tutela della vegetazione spontanea a margine dei campi, contribuiscono al mantenimento della biodiversità naturale. Gran parte della produzione è destinata alle aziende zootecniche. Nel 2021 l’azienda otterrà la certificazione bio per i foraggi da fornire ai produttori di latte.